21.11.2022 Smart Café di Angelica FILOMENA TaHoma Switch o Connectivity Kit? Come scegliere il più adatto Non sai se è meglio TaHoma Switch o Connectivity Kit per creare il tuo sistema domotico? Scopri qui tutte le differenze e vantaggi dei due gateway Somfy. Immagina di poter controllare contemporaneamente le tue tapparelle, il tuo cancello, la tua porta del garage o altri dispositivi smart come luci e termostati con un solo comando e con il minimo sforzo. In realtà, si tratta ormai di una possibilità sempre più comune: basta avvalersi dei prodotti giusti. Innanzitutto, è necessario disporre di un hub per la domotica, detto anche bridge (ponte), gateway o centralina, che possa comunicare con tutti i dispositivi smart compatibili e consenta, tramite un’interfaccia integrata, un controllo rapido e completo. In tal senso, nell’universo di smart device Somfy, i dispositivi di riferimento sono il TaHoma Switch e il Connectivity Kit. Prodotti che ricoprono funzioni simili, ma con un’anima e caratteristiche differenti. Se ti stai chiedendo se è meglio TaHoma Switch o Connectivity Kit, in questo approfondimento cercheremo di evidenziare tutte le differenze tra i due sistemi Somfy per aiutarti a capire qual è il più adatto in base alle tue personali esigenze. Prima di addentrarci nel confronto, ti spieghiamo brevemente i vantaggi derivanti dall’utilizzo di un gateway. A cosa serve un hub domotico? Predisporre un ecosistema domotico connesso e integrato è il primo passo per una vera casa smart, efficiente sia in termini di comodità e facilità di gestione, che dal punto di vista energetico. Ciascun dispositivo intelligente è dotato di uno o più protocolli di comunicazione (WiFi, Bluetooth, Zigbee, radio, ecc.), grazie ai quali riesce a connettersi e garantire la trasmissione dei dati da e verso altri prodotti, sistemi, assistenti vocali e così via. Alcuni produttori, proprio come Somfy, presentano anche tecnologie di trasmissione proprietarie. L’IoT (dall’inglese “Internet of Things”, internet delle cose), è infatti il protagonista dei grandi cambiamenti a cui stiamo assistendo, non solo all’interno delle quattro mura domestiche, ma anche in diversi aspetti della nostra vita. Basta pensare ai wearable, sempre più popolari, ai dispositivi utilizzati in campo medico, alle auto intelligenti, fino ad arrivare ad applicazioni più vaste come nel caso dell’agricoltura o delle smart cities. Per creare un sistema domotico che assicuri una gestione completa ma granulare di tutti i dispositivi presenti in un’abitazione è necessario che questi comunichino tra loro. Per il controllo remoto o vocale, è indispensabile, inoltre, che dispongano, direttamente o indirettamente, di una connessione WiFi. Ed è qui che entra in gioco l’hub: questo dispositivo collegabile al WiFi, condividendo lo stesso protocollo di trasmissione dei prodotti che andrà a controllare, permette di centralizzarli e impartire loro dei comandi tramite voce, app, bottoni dedicati o scenari. Questi ultimi, in particolare, rappresentano una delle potenzialità più interessanti della smart home. In poche parole, accanto a una programmazione manuale dei singoli dispositivi, è possibile stabilire delle regole o routine che, con un solo comando/clic, controllino contemporaneamente diverse funzionalità di differenti dispositivi. Per esempio, è possibile decidere di abbassare tapparelle e tende da sole, diminuire la temperatura del termostato e spegnere tutte le luci ogni volta che si va via (magari sfruttando la geolocalizzazione e il servizio IFTTT); oppure far accendere la luce in una stanza quando il sensore di movimento rileva la presenza di qualcuno; oppure alzare le tapparelle e aumentare la temperatura del termostato quando sorge il sole. Le possibilità offerte sono numerose e, soprattutto, modulabili in base alle proprie necessità. Inoltre, un ecosistema smart fa della scalabilità il suo punto di forza: ne consegue che sarà sempre possibile aggiungere altre personalizzazioni. Alla luce di quanto detto, quando si sceglie una centralina domotica è essenziale valutare, oltre alle funzionalità supportate, la compatibilità e il numero di prodotti integrabili. Differenza TaHoma Switch e Connectivity Kit A questo punto, hai probabilmente capito che hai bisogno di un hub per sfruttare il massimo potenziale dei tuoi prodotti Somfy e per controllarli da remoto e tramite la voce. Se non sai se acquistare TaHoma Switch o Connectivity Kit, devi sapere che si tratta di due prodotti che presentano funzionalità, tipi di connettività e costi molto diversi tra loro. Il Somfy Connectivity Kit è un gateway WiFi che supporta le tecnologie di comunicazione radio io e RTS. La prima, io-homecontrol, è un protocollo bidirezionale progettato da Somfy in collaborazione con un’azienda leader nel settore dell’edilizia. RTS, Radio Technology Somfy, è invece un sistema proprietario di comunicazione wireless monodirezionale (il gateway trasmette i dati, ma il prodotto che li riceve non prevede un ritorno di informazioni). Il Connectivity Kit è compatibile gli assistenti Alexa e Google Assistant e supporta fino a 20 dispositivi, inclusi quelli del brand Velux. Può essere utilizzato per controllare tapparelle, tende da sole, tende interne ed esterne, cancelli e portoni di garage, finestre, luci e prese di corrente, purché compatibili e dotati di ricevitore radio. La configurazione e la gestione dei dispositivi, o gruppi di dispositivi, avviene tramite l’app TaHoma. Qui è anche possibile settare fino a 20 scenari da lanciare manualmente all’occorrenza; la programmazione oraria non è invece supportata. Leggi anche… Come sfruttare google home con la domotica La stessa app è utilizzata anche per la gestione di TaHoma Switch e dei dispositivi a esso collegati. Si tratta di un hub più avanzato che offre più possibilità e specifiche tecniche evolute. Infatti, oltre ai protocolli di trasmissione radio io e RTS, il Tahoma Switch integra anche le tecnologie Zigbee 3.0. e OVP. Questo gli permette di interagire con una più vasta gamma di prodotti, inclusi quelli della popolare linea per l’illuminazione smart Philips Hue. Il TaHoma supporta tutti i dispositivi controllabili dal Connectivity Kit (tapparelle, tende, cancelli e altri dotati di ricevitore radio), ma può anche essere utilizzato per controllare altre tipologie di prodotti come telecamere, allarmi, termostati, luci e sensori. Dunque, utilizzando il TaHoma Switch, le possibili interazioni tra i diversi dispositivi si moltiplicano. Non solo. Mentre il Connectivity Kit supporta solo 20 scenari manuali (da lanciare quando vuoi), il TaHoma supporta 40 manuali, 20 programmabili (secondo un programma o una data) e 20 scenari avanzati. In quest’ultimo caso, si tratta di routine ancora più personalizzate che si attivano automaticamente in base a determinate condizioni stabilite dall’utente, in base all’attività dei sensori o allo stato di un dispositivo connesso. Si può, per esempio, scegliere di avviare uno scenario all’alba o al tramonto (grazie ai sensori solari) o al rilevamento di una presenza (grazie ai sensori di movimento). A tal riguardo, il TaHoma di Somfy presenta due pulsanti fisici sulla parte superiore che consentono di lanciare due scenari preset configurabili dall’app. Per esempio, potrebbe essere utile creare due scene: una per l’arrivo a casa e una per l’uscita. Un’ultima grande differenza tra le due centraline Somfy riguarda la possibilità di effettuare il backup, non presente nel Connectivity Kit, ma previsto dal TaHoma per l’orologio interno e per gli scenari manuali e programmabili. Naturalmente, non manca nel Tahoma Switch la facoltà di controllare i dispositivi con la voce, grazie alla compatibilità con gli assistenti virtuali. Infine, in termini di usabilità, entrambi i sistemi sono estremamente user-friendly e gestibili dalla stessa app, che vanta un’interfaccia semplice e intuitiva. Chi ha poca familiarità troverà sul sito ufficiale diversi video tutorial e le istruzioni del TaHoma Somfy e del Connectivity Kit. TaHoma Switch o Connectivity Kit: quale scegliere? Analizzando le differenze tra il TaHoma Switch e il Connectivity Kit di Somfy, possiamo affermare che la scelta di uno o dell’altro dipende interamente dalle tue necessità, dall’utilizzo che intendi farne e dal tipo di ecosistema domotico che vuoi creare. Il TaHoma Switch è un prodotto più evoluto che presenta una più ampia compatibilità, grazie all’integrazione di diversi tipi di connettività (non solo radio). Supporta, inoltre, un maggior numero di dispositivi integrabili e permette un elevato grado di personalizzazione, grazie alla possibilità di creare scenari programmabili e avanzati. Lo consigliamo per chi desidera un sistema domotico completo e scalabile, che offra infinite possibilità di automazione, una gestione rapida (tramite i pulsanti) e che sia in grado di controllare anche prodotti non necessariamente dotati di tecnologia radio come telecamere, allarmi, termostati, luci e sensori. Se hai esigenze basiche e non desideri creare un ecosistema vasto e complesso, invece, potrebbe bastare orientarsi verso il Connectivity Kit, un prodotto più economico che non prevede backup, programmazione o scenari avanzati, ma che permette il controllo remoto e vocale di un numero limitato di dispositivi dotati di ricevitore radio (Somfy o Velux). TaHoma Switch | Guida alla prima installazione Angelica Filomena è content creator e co-fondatore di Smartdomotica.it, il portale dedicato all'universo domotica, smart home, tecnologia, casa e vita smart. La mission di Smartdomotica è quella di aiutare gli utenti rispondendo ai più comuni dubbi e domande e fornendo contenuti informativi di valore concreto. Angelica ha ricoperto importanti ruoli in ambito digital marketing per diverse aziende internazionali ed è stata responsabile del dipartimento Casa Intelligente e Fai da te di Amazon Italia. 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